Reazioni alla fine del primo lockdown

18 Luglio 2020

La ricerca COVID-19 VS SALUTE è stata promossa attraverso un questionario di autovalutazione (on line dal 26 marzo al 09 maggio 2020).

L’analisi dei dati raccolti ha dimostrato che il gruppo più colpito dal disagio conseguente al lockdown è quello dei giovani. Inoltre, hanno espresso uno stato di malessere emotivo più intenso (depressione, irritabilità, irrequietezza, isolamento, chiusura, affaticamento) i residenti in regioni del nord, le donne, gli studenti/disoccupati/pensionati/in attesa di riprendere il lavoro.

L’analisi qualitativa e quantitativa delle risposte evidenzia, seppur con intensità diversa, una regressione verso i bisogni primari (fisiologici e di sicurezza).

I dati emersi dal follow up hanno evidenziato come ci siamo adattati alla situazione di reclusione sociale.

In psicofisiologia si parla di adattamento negativo quando una stimolazione prolungata e monotona provoca una diminuzione di sensibilità. In questo ultimo caso si parla anche di abituazione ovvero di abituarsi.

Ci siamo dunque abituati ai minori stimoli sociali tanto da accettarne le dannose conseguenze fisiologiche?

Ma soprattutto, cosa possiamo fare per tornare al nostro precedente stato di benessere?

Le parole d’ordine sono: esposizione graduale e riformulazione degli obiettivi.

L’esposizione graduale permette di programmare la modificazione di un comportamento disfunzionale facendo un piccolo passo alla volta. Questo è quello che sta già succedendo, che ognuno di noi sta vivendo in relazione alla ripresa del lavoro, delle attività sociali e della possibilità di viaggiare.

Non possiamo negare che noi stessi siamo cambiati, che le persone intorno a noi sono cambiate, che la situazione economica e sociale è cambiata. Stando così le cose, per riuscire a stare bene, è necessario attivare un processo di analisi consapevole che agevoli il cambiamento, che ci consenta di vivere serenamente nel contesto odierno. Un gesto essenziale per ottenere questo è la riformulazione degli obiettivi, ovvero rivisitare i nostri obiettivi di vita, le prospettive, le immagini, le fantasie sul futuro che avevamo.

Dobbiamo fermarci con noi stessi, fare un bel respiro e riflettere su “cosa desidero oggi”, “cosa posso ottenere di positivo oggi”, “cosa vorrei nel mio futuro”.

Questo momento di attenzione per noi stessi è importante per non rimanere incastrati in obiettivi che ormai probabilmente non ci appartengono più ma che alimentano la frustrazione, perché non riusciamo/vogliamo ottenerli e ci fanno sentire incastrati in un mondo di impossibilità.

E’ frequente, in questo periodo, avere reazioni nuove e particolari, provare sensazioni mai sentite prima, avere la sensazione di stare meglio in casa, avere la preoccupazione di uscire perché non è più il mondo come lo conoscevamo, non sapere come comportarsi, non fidarsi degli altri e del loro comportamento sociale. Anche il sonno può continuare a essere disturbato in maniera differente.

Queste sono tutte reazioni allo stato di assestamento che ci attraversa e che noi possiamo agevolare stimolando la nostra resilienza e riformulando consapevolmente i nostri obiettivi.

La resilienza è la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità usando l’esperienza del contatto con l’avvenimento traumatico per costruire il futuro.

Tutti abbiamo capacità di resilienza che si può rafforzare e migliorare con l’allenamento. Le esperienze vissute in passato ci aiutano a mettere a punto una terapia generica per ridare vita alla nostra quotidianità. 

Dobbiamo sforzarci di riflettere su quello che abbiamo imparato di nuovo in questo periodo su di noi, sul prossimo, sulla vita, sulla morte. La nostra scala di valori subirà necessariamente dei cambiamenti, perciò è importante riuscire a essere fluidi, seguire il cambiamento per uscirne mentalmente vivi e positivamente attivi.

Questo comportamento mentale è l’unico che può dare una mano alla nostra resilienza.

Le fasi dell’elaborazione della perdita possono aiutarci a comprendere cosa stiamo vivendo e soprattutto a darci la sensazione (reale) che è normale in questo momento provare emozioni nuove e sconosciute a noi stessi. 

Se non concediamo attenzione al nostro mondo interiore, ansia, angoscia, frustrazione e stress avranno la strada spianata.

Uno stato di stress cronico e prolungato porta al cambiamento inconsapevole/non controllato di abitudini quali fumare o bere, dormire troppo o troppo poco, evitare di uscire, abusare di droghe. Al contempo si può perdere l’appetito o la voglia di fare movimento.

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Grazie per l’attenzione

Per info: covid2020.psicologia@gmail.com 

Autori e loro recapiti: Chiara Di Vanni, Manuela Crupi, Oriana Incognito

Studio di Psicologia, riceve a Pisa e a Sommatino (CL): http://www.synopsis-psicologia.it/

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#psicologicontrolapaura

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