Ansia e Covid-19

26 Aprile 2020

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L’ansia è un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa.

Dal punto di vista cognitivo i sintomi dell’ansia sono: senso di vuoto e di pericolo; rimuginio di pensieri negativi; paranoia (marcata sensazione di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui).

Il comportamento conseguente è l’esplorazione dell’ambiente alla ricerca di spiegazioni e rassicurazioni. 

Possono comparire manifestazioni fisiologiche (tensione, tremore, sudore, palpitazione, aumento della frequenza cardiaca, vertigini, nausea, formicolii alle estremità ed intorno alla bocca, derealizzazione e depersonalizzazione).

I sintomi fisici dell’ansia spesso spaventano e generano circoli viziosi. Essi dipendono dal fatto che, ipotizzando di trovarsi in una situazione di pericolo, l’organismo in ansia ha bisogno della massima energia muscolare a disposizione per poter scappare o attaccare, scongiurando il pericolo e dando priorità assoluta alla possibilità di sopravvivenza.

L’ansia costituisce anche un’importante risorsa. E’ infatti una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere lo stato di allerta e migliorare le prestazioni (ad esempio sotto esame).

Possiamo diagnosticare un disturbo d’ansia quando l’attivazione del sistema è eccessiva tanto da complicare notevolmente la vita di una persona rendendola incapace di affrontare anche le più comuni situazioni.

I disturbi d’ansia sono: disturbo d’ansia generalizzato, fobia specifica, disturbo di panico e agorafobia, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale, disturbo post-traumatico da stress.

In questo specifico momento di pandemia, risulta quindi molto importante riuscire a gestire e modulare l’emozione ansia.

E’ necessario: selezionare le fonti da cui prendiamo le informazioni che andrebbero consultate non più di due volte al giorno; proteggere il nostro spazio personale, il privato, i momenti di solitudine anche se viviamo con altre persone o con la nostra famiglia; riempire il tempo libero con attività in grado di assorbire la nostra attenzione, e quindi, di distrarci per buona parte del tempo; mantenere un dialogo interiore onesto e sincero con noi stessi al fine di distinguere e riconoscere le nostre emozioni e reazioni; capire se preferiamo momenti di condivisione e compagnia, anche on-line, o se piuttosto stiamo meglio da soli. Accettare e comprendere che il cambiamento, in questo momento, è necessario anche se deprivante, destabilizzante e ansiogeno.

E’ arrivato il momento di rimodulare i nostri obiettivi e di concentrarci su quello di nuovo che abbiamo imparato.

Vanno ripensati, rivisti, riorganizzati gli obiettivi della nostra vita che costruiscono l’idea che abbiamo e che vogliamo avere del nostro futuro.

Inoltre dobbiamo sforzarci di riflettere su quello che abbiamo imparato di nuovo in questo periodo su di noi, sul prossimo, sulla vita, sulla morte.

Il mondo intorno sta cambiando profondamente, la nostra scala di valori subirà necessariamente dei cambiamenti.

Perciò è importante riuscire a essere fluidi, sentire e seguire il cambiamento per uscirne mentalmente vivi e positivamente attivi.

Questo comportamento mentale è l’unico che può dare una mano alla nostra resilienza ovvero alla capacità di fronteggiare efficacemente le contrarietà, dare nuovo slancio alla nostra esistenza e raggiungere mete importanti.

Le fasi dell’elaborazione della perdita possono aiutarci in questo momento a comprendere cosa stiamo vivendo e soprattutto a darci la sensazione (reale) che è normale in questo momento provare ansia o emozioni nuove e sconosciute a noi stessi.

Abbiamo perso la nostra quotidianità, la sensazione di sicurezza, di conoscenza e la nostra libertà.

Le fasi della perdita non seguono necessariamente un ordine prestabilito. È necessario sentirle, viverle e riconoscerle per darci la possibilità di elaborare in maniera positiva quello che stiamo vivendo.

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